Sensibilizzare cittadini e istituzioni alla prevenzione degli infortuni mortali sul lavoro.
Nata per promuovere nei governi, nei datori di lavoro e nei lavoratori un impegno attivo che garantisca un ambiente sicuro e salubre attraverso la massima priorità del principio di prevenzione, la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro è stata istituita nel 2003 dall’Istituito Internazionale del Lavoro.
Il tema centrale quest’anno, riguarderà la salute e la sicurezza sul lavoro nell’utilizzo di prodotti chimici. L’accento verrà posto sui rischi dell’esposizione prolungata alle sostanze chimiche senza le dovute precauzioni. I prodotti chimici possono comportare numerosi rischi sanitari, cancerogeni, fisici e ambientali. Se da un lato, infatti, sono di aiuto nel migliorare qualitativamente le condizioni della vita moderna, dall’altro, possono danneggiare gravemente la salute di chi li utilizza, senza l’adozione delle giuste misure preventive.
Le conseguenze possono essere drammatiche. Esplosioni ed incendi, spesse volte sono causati proprio da un mancato controllo precauzionale dei rischi delle sostanze chimiche.
Purtroppo, la lista delle morti sul lavoro, si allunga drammaticamente di giorno in giorno.
In Italia, secondo le ultime statistiche del 2017, l’agricoltura e l’edilizia contano circa la metà dei decessi sul lavoro. In aumento anche gli infortuni nei settori siderurgico e metallurgico.
La maggior parte di questi, sono infortuni mortali. Come quello avvenuto pochi giorni fa a Potenza. Un operaio, padre di due bambini, è morto schiacciato da un macchinario. Pochi mesi prima, aveva perso la vita con la stessa tragica dinamica, un altro giovane a Tito Scalo.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, nei primi tre mesi del 2018 sono stati 176 gli operai morti sul posto di lavoro, un numero tristemente superiore ai 113 del 2017 nello stesso arco di tempo. I dati Inail del 2017 sono sconfortanti: più di mille le persone decedute sul lavoro. Una lista tragicamente lunga e che accomuna tutta l’Italia. Da Bergamo a Catania, da Livorno a Potenza, ogni giorno si aggiungono storie, volti, sogni infranti e famiglie devastate dal dolore.
Erroneamente, le morti sul lavoro, vengono definite “morti bianche”, quasi a voler dire che nessuno ne sia responsabile. Ma non è così. Quando un lavoratore muore, non è una tragica fatalità, bensì la causa di responsabilità ben precise che vengono negate.
Una delle cause principali, è da riscontrare nella mancanza del rispetto delle norme di sicurezza e nella scarsa sicurezza dei mezzi stessi. A questi si affiancano altri fattori, quali: la precarizzazione, il risparmio sulla manutenzione, i mancati investimenti, la formazione inesistente.
Perchè in Italia, nonostante i dieci anni dall’approvazione del decreto legislativo 81/08, noto come “Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, si continua a morire?
Serve un cambiamento culturale. Bisogna investire nella formazione. Bisogna investire sulla manutenzione.
Noi di Desal Safety abbiamo sempre fatto della prevenzione sul lavoro la nostra missione, non solo vendendo dispositivi di sicurezza, ma, soprattutto, promuovendo corsi di formazione per i lavoratori. Ed è su questo che bisogna puntare.
È necessario informare e formare i lavoratori. Renderli consapevoli delle condizioni dell’ambiente in cui lavorano, dell’obbligatorietà dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza e metterli a conoscenza delle leggi che li tutelano.
Non è accettabile continuare a morire quando ci sono tutte le condizioni per impedirlo.
Il lavoro deve essere un mezzo per migliorare la nostra vita, non la causa della sua fine.
Il sistema deve cambiare. La società deve cambiare. A cominciare da noi: investiamo in formazione e sicurezza.